La legge innesca la regolamentazione del telelavoro nella contrattazione collettiva in Portogallo, come nel resto d’Europa. Meno della metà degli accordi si concentra sulle spese.
Nei primi tre mesi dell’anno il numero dei professionisti del telelavoro è cresciuto del 5,5%, 46mila persone in più rispetto al trimestre precedente.
Nel 2022 sono stati firmati 240 contratti collettivi di lavoro, di cui 27 riguardano il telelavoro.
I dati sono contenuti nel rapporto annuale sulla contrattazione collettiva nel 2022, elaborato dal Centro per le relazioni sindacali (Crl).
La CRL mette in relazione le “notevoli dinamiche” registrate nella contrattazione collettiva nell’ultimo anno con le modifiche legislative che si stavano negoziando.
Per quanto riguarda il telelavoro, solo 10 accordi su 27 riguardano criticità come il pagamento di spese, sostegni o attrezzature e indennità vitto.
Esistono due modi per inquadrare i rapporti di lavoro e definirne le regole specifiche: attraverso il Codice del lavoro (CT) o attraverso la contrattazione collettiva.
In entrambi i casi, il 2022 è stato un anno di progressi.
Traducendo le modifiche alla disciplina del lavoro introdotte nel 2022, il numero di contratti collettivi che hanno iniziato a normativa quadro relativa al telelavoro è stata la più alta di sempre: 27.
Un successo considerando che questo numero è praticamente pari alla somma dei contratti collettivi stipulati tra gli anni 2013 e 2020.
Telelavoro e introduzione sussidio spese e pasto
Dei 27 contratti collettivi, solo dieci comprendono materie la cui definizione giuridica potrebbe essere migliorata in termini di contrattazione collettiva, come è il caso della definizione del pagamento dei buoni pasto nell’ambito del telelavoro, o del compenso al dipendente lavoratore a causa di maggiori spese.
Si segnala, tuttavia, che adottando tale principio l’impresa va oltre quanto previsto dalla legge, in quanto solo da quest’anno il Codice del lavoro ha iniziato a prevedere la possibilità di definire un importo fisso di indennizzo.
In tema di indennità per i lavoratori nell’ambito del lavoro a distanza, e sebbene la legge non sia chiara in merito, alcuni accordi prevedono il diritto al sussidio pasto.
Generali, Zurigo e Citeforma sono solo alcuni degli esempi. La maggior parte delle convenzioni (14 su 27) cerca di inquadrare il telelavoro in vari modi, prevedendo un regime ibrido.
Ci sono anche convenzioni che estendono l’universo dei lavoratori che hanno diritto al telelavoro, come il CP, che estende il regime ai lavoratori con figli fino a 12 anni.
Per il datore di lavoro statale ci sono 13 convenzioni che inquadrano il telelavoro, per lo più comuni e consigli parrocchiali.
La maggior parte presuppone il consenso del lavoratore e l’esecuzione di mansioni con autonomia tecnica, variandone la durata tra due e cinque anni.